Quando si parla di arti marziali si pensa immediatamente all’estremo oriente e ci si rivolge a terre come Cina e Giappone, che hanno esportato in tutto il mondo vari stili di lotta, come ad esempio il Karate, il Judo oppure il Kung-Fu.
Molti non sanno, però, che anche la Sicilia è stata in passato protagonista in questo ambito. L’isola, infatti, si è fatta promotrice di un’arte marziale molto antica, che affonda le sue origini nel lontano 1200 d.C. ed è nota oggi col nome di “Bastone Siciliano”, altrimenti detto “U Vastuni” in dialetto stretto o ancora “A Paranza” (l’arte del pararsi).
Un pò di storia
Come spesso avviene nelle arti marziali, anche in questo caso, il Bastone Siciliano nasce per esigenze di protezione e difesa. Pastori e carrettieri infatti, durante i viaggi o i pascoli del bestiame, spesso si trovavano in balia di animali selvatici o di di briganti senza scrupoli desiderosi di razziare le loro provviste.
Lo strumento adoperato per quest’arte marziale è un bastone di legno diritto, della lunghezza approssimativa di 130 centimetri. La dimensione può anche variare in base alla preferenza dell’utilizzatore e viene ricavato da vari tipi di legno differenti. Tra i più impiegati per durezza e flessibilità troviamo il legno di rosa selvatica (a’ Rusedda), arancio amaro, sorbo, ulivo e mandorlo. I rami vengono raccolti in periodi ben precisi dell’anno e sono passati al fuoco da maestri affinché siano puliti, raddrizzati ed asciugati.
Il trattamento del bastone è un procedimento lungo e quasi mistico, a ragion del fatto che quei pochi maestri del legno rimasti non rivelano tutte le fasi del trattamento, tenendone qualcuna segreta. C’è chi sostiene perfino che bisogna farlo essiccare per qualche notte al chiaro di luna per rendere il bastone ancora più duro e resistente. Una cosa è certa: il risultato è uno strumento finale leggero, flessibile, ed al contempo duro come il ferro, capace di resistere ai colpi più potenti.
A conferirgli la durezza durante il combattimento è indubbiamente la presenza dei nodi naturali, utilizzati per fratturare la zona ossea. Si narra in alcune storie che un bastone ben fatto e ben impiegato sia in grado di spezzare la lama di una spada o uno stocco.
Stili di lotta
Inizialmente non esisteva uno stile ben definito, infatti andò delineandosi in seguito, intorno al 1600 d.C. quando fu impiegato anche nei duelli d’onore, coinvolgendo non solo pastori, ma anche proprietari terrieri desiderosi di misurarsi in lotte che non prevedevano l’uso del coltello. L’arte è stata dunque tramandata per moltissimi anni mediante la pratica, quindi non esiste un vero e proprio codice o manuale, tuttavia la cosa sicura è che il bastone viene impugnato nei duelli al pari di una spada e mediante delle oscillazioni e rotazioni può essere capace sia di difendere che di offendere.
Oggi in Sicilia si riconoscono due stili di lotta efficaci, denominati “Tirata“: la tirata ruotata e la tirata fiorata, diffusi nella parte della Sicilia sud-orientale, in cui si è soliti impugnare il bastone come una spada a due mani.
La tirata ruotata è certamente più diffusa rispetto la fiorata e la più evidente differenza è la distanza a cui si trovano entrambe le mani: nel primo caso più vicine ad un limite del bastone, mentre nel secondo caso un pò più distanti. Inoltre nella tirata fiorata, il colpo di offesa può avvenire solo dall’alto verso il basso.
Un altro stile meno noto e meno efficace è praticato nella provincia di Messina, in cui è previsto l’impiego di una sola mano sia per colpire che per parare, e proprio in quest’ultimo caso potrebbe essere rischioso dato che la presa sul bastone è più debole e potrebbe venire meno nei colpi più potenti.
Sono presenti anche altri stili minori, meno conosciuti e con varianti familiari che vengono tramandate da padre in figlio o figlioccio.
Accertato è che la caratteristica principale è rappresentata dalle pose e dai “Mulinè”, mulinelli, cioè rotazioni continue e spettacolari del bastone che anticipano il colpo, e dai movimenti continui ed incessanti delle gambe che emulano le movenze e le danze dei pupi siciliani, garantendo versatilità anche nei terreni più accidentati. Le rotazioni del bastone sono molto efficaci duranti i combattimenti perché oltre che distrarre l’avversario, consentono di difendere tutta l’area intorno al proprio corpo ed al momento giusto rendono possibile assestare un colpo proveniente da qualsiasi direzione.
Va ricordato che una pratica affine è la cosiddetta “Paranza corta” o più semplicemente “Coltello Siciliano”, anche questa impiegata nel classico duello d’onore, tra i quali il più famoso è quello della Cavalleria Rusticana dove “Cumpari Alfio” e “Cumpari Turiddu” si sfidano in un duello all’ultimo sangue mediante l’impiego di un coltello.
Naturalmente, nelle esibizioni e nei duelli promessi, oggi si impiega un bastone di legno corto, simile per fattura al bastone siciliano, maneggiato con una mano alla volta e immancabilmente con movenze spettacolari volte a distrarre l’avversario.
Il bastone siciliano ai giorni nostri
Oggi l’arte del Bastone Siciliano ha avuto un’ampia diffusione soprattutto nella parte orientale dell’isola, inizialmente favorita dal poeta e maestro di arti marziali orientali Letterio Tomarchio, il quale, come scrisse nel suo sito, venne a conoscenza del fatto che suo padre da piccolo aveva praticato ed imparato la Paranza secondo la tradizione siciliana:
“Un giorno mio padre, mentre eravamo riuniti in famiglia, mi raccontò che da giovane anche lui aveva imparato le tecniche che servivano come arma di difesa e offesa cavalleresca, il bastone siciliano. Lo pregai di farmi vedere qualcosa, e m’illustrò alcune tecniche che ricordava. Notai subito, oltre al lato spettacolare, che mio padre, all’età di circa sessanta anni, con un manico di scopa, annullava tutti gli attacchi che io, giovane, insegnante di Judo e conoscitore di Jujitsu, Karate, Aikido, tentavo di portare”.
Nonostante gli inizi, in cui chi praticava l’arte marziale preferiva non divulgarla su larga scala e tenere la tecnica segreta come una vera e proprio eredità familiare, grazie al suo promotore, troviamo oggi diverse scuole sia nella zona di Acireale, Giarre e Fiumefreddo, fino ad arrivare Piedimonte Etneo, oppure nella zona di Lentini e Rosolini.
Per i più curiosi ed appassionati, generalmente nei periodi più caldi, alle pendici dell’Etna ed in generale nella provincia di Catania è spesso possibile assistere ad esibizioni, eventi e tornei volti a diffondere questa arte e patrimonio della cultura siciliana.